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(382-383) | pensieri | 433 |
romantici e la p.69 di questi pensieri, capoverso 3). Perché l’immaginazione e l’errore dà molto piú peso alle minuzie che la ragione, e non ammette né dubbi né freddezze nella stessa certezza, come la ragione che conosce la poca importanza di tutto e perciò la poca differenza dell’utilità o bontà rispettiva. Oltracciò la ragione e la scienza tende evidentemente ad agguagliare il mondo sotto ogni rispetto ed estinguere o scemare la varietà, perché non c’é cosa piú uniforme della ragione né piú varia della natura; e cosí la scienza promuove sommamente l’indifferenza, perché toglie o scema anche le differenze reali e quindi i motivi di determinazione.
E quanto al dubbio, cagione principalissima d’indifferenza, lo stesso libro ch’io discuto reca un passo di Pascal, dove fra le altre cose, degne d’esser lette, si dice: Conviene che ciascuno prenda il suo partito, e si collochi necessariamente o al dogmatismo, o al pirronismo.... Sostengo che non ha mai esistito un pirronista effettivo e perfetto. La natura sostiene la ragione impotente e l’impedisce di delirare fino a questo punto.... (383) La natura confonde i pirronisti, e la ragione confonde i dogmatizzanti, vale a dire quelli che ammettono e sostengono delle opinioni come certe. Pensées de Pascal, ch. 21. Infatti il dubbio non ha quasi esistito se non dopo la ragione e la scienza, e non c’é cosa cosí sicura in quello che crede come l’ignoranza; e l’uomo naturale tutto quello che sa o crede sapere, e ciò per dettato della natura, lo tiene per certissimo e non ci prova ombra di dubbio. Tanto è vero che l’ignoranza conduce alla totale indifferenza, e quindi all’inazione e alla morte: o piuttosto tanto è vero che si dia un’ignoranza assoluta, ossia uno stato dell’anima privo affatto di credenza e di giudizio: tanto è stolto il confondere la mancanza della verità colla mancanza dei giudizi, quasi non si dassero giudizi se non veri, o quasi dal detto principio