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(987-988) pensieri 319

l’orientalismo fa progressi in Francia (come negli scritti di Chateaubriand), paese piú meridionale che settentrionale. Ma non c’era popolo cólto, a cui l’orientalismo convenisse meno che all’Inghilterra, dove però trionfa e donde io credo che sia passato in Francia sulla fine del secolo passato e donde si va diramando per l’Europa la detta scuola. Il fatto sta che tutto il mondo è paese, e da per tutto si crede naturale e nazionale quello che fa effetto per la cagione appunto contraria, cioè per la novità, pel forestiero, pel contrasto col carattere e l’indole propria e nazionale; e come la poesia italiana ha corso rischio (e non ne è forse fuori) di una nuova corruzione mediante il settentrionalismo, l’ossianismo ec., cosí viceversa l’inglese, mediante il meridionale e l’orientale. E certo se la poesia settentrionale pecca in qualche cosa al gusto nostro, egli è nell’eccesso del sombre, del buio, del tetro; e la orientale, al contrario, nell’eccesso del vivo, del chiaro, del ridente, del lucido, anzi abbarbagliante ec. Vedete quanta conformità di carattere fra queste due poesie! (25 aprile 1821).


*    Il diletto è sempre il fine, e di tutte le cose l’utile non è che il mezzo. Quindi il piacevole è vicinissimo al fine delle cose umane o quasi lo stesso con lui; l’utile che si suole stimar piú del piacevole, non ha altro pregio che d’esser piú lontano da esso fine o di condurlo non immediatamente ma mediatamente.  (988) (26 aprile 1821).


*    I latini erano veramente δίγλωττοι rispetto alla lingua loro e alla greca: 1°, Perché parlavano l’una come l’altra, ma non cosí i greci generalmente, anzi ordinariamente. 2°, Perché scrivendo citavano del continuo parole e passi greci in lingua e caratteri greci, ovvero usavano parole o frasi greche nella stessa maniera; ma non i greci viceversa, del che vedi p. 981 e