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(1134-1135) pensieri 431

delle lingue primitive (vedi Scelta di opuscoli interessanti, Milano 1775, vol. IV, p. 61-64); lo studio dell’etimologie diverrebbe infinitamente piú filosofico, utile ec., e giungerebbe tanto piú in là di quello che soglia arrestarsi, facendosi una strada illuminata e sicura per arrivare fin quasi ai primi principii delle parole e le etimologie stesse particolari sarebbero meno frivole; si conoscerebbero assai meglio le origini remotissime, le vicende, le gradazioni, i progressi, le formazioni delle lingue e delle parole e la loro primitiva (e spesso la loro vera) natura e proprietà; e si scoprirebbero moltissime bellissime ed utilissime verità, non solamente sterili e filologiche, ma fecondissime e filosofiche, atteso che la storia delle lingue è poco meno, per consenso di tutti i moderni e veri metafisici, che la storia della mente umana; e se mai fosse perfetta, darebbe anche infinita e vivissima luce alla storia delle nazioni. Vedi p. 1263, capoverso 2.

Osservo che la lingua latina è piú atta a queste speculazioni che la greca, contro quello che può parere a prima giunta, per causa della sua minore antichità vera o supposta.

1°, L’infinità e l’immensa varietà delle modificazioni che la lingua greca poteva dare alle sue radici, e continuò sempre nel lunghissimo spazio della sua letteratura e nel grandissimo numero de’ suoi scrittori a poterlo ed a farlo (principal causa della sua potenza e ricchezza), reca un grande impedimento a scoprire  (1135) i primitivi elementi e le vere ed ultime radici di essa lingua, in mezzo alla confusione, alla selva delle innumerabili e differentissime diversificazioni di significato, di forma ec. che hanno continuamente ricevuto e con cui ci rimangono. Puoi vedere la p. 1242, margine, fine.

2°, Le diversissime relazioni ch’ebbero i popoli greci con popoli stranieri d’ogni sorta, mediante il