Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/324

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310 pensieri (1686-1687-1688)

la necessità di usarne e desiderando esserne presto sgravato. Non è questa una specie di egoismo? simile a quello di quei filosofi (e son molti) che, disperando di poter far bene al mondo, si contentano del ritiro e di praticare la virtú verso se stessi. Da che la perfezione del cristiano è relativa a se stesso (e tale ella è nel vero ed intero spirito del cristianesimo), da che l’esser perfetto include la  (1687) fuga delle tentazioni, vale a dire del mondo, da che per conseguenza il ritiro è il piú perfetto stato dell’uomo, il cristianesimo è distruttivo della società. Non può infatti essere relativa al bene della società la perfezion di una religione che loda il celibato, il che dimostra ch’ella ripone la perfezion dell’uomo in una cosa affatto indipendente dalla società (anche de’ piú cari) e fuori al tutto di essa; in un tipo astratto che non ha niente a fare col dirigere le mire dell’individuo al vantaggio comune. Una tal religione doveva anche necessariamente lodare la solitudine, e l’uomo, secondo essa, doveva, com’é infatti, esser tanto piú perfetto quanto meno partecipasse delle cose umane e colle opere e co’ pensieri; giacché il perfetto cristiano non è perfetto che in se stesso. Si vede da ciò che il cristianesimo non ha trovato altro mezzo di corregger la vita che distruggerla, facendola riguardar come un nulla, anzi un male, e indirizzando la mira dell’uomo perfetto, fuori di essa, ad un tipo di perfezione indipendente da lei, a cose  (1688) di natura affatto diversa da quella delle cose nostre e dell’uomo (13 settembre 1821).


*   Le immaginazioni calde (come son quelle de’ fanciulli piú o meno), in forza della somma tendenza dell’animale a’ suoi simili, trovano da per tutto delle forme simili alle umane. Ma notate che, sebbene si troverebbe facilmente maggiore analogia fra le altre parti dell’uomo e i diversi oggetti materiali