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Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/33

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(1230-1231) pensieri 19



*    Da repere che anche il Forcellini dice esser metatesi di ἔρπω, oltre l’inerpicare, del quale ho detto altrove, ed oltre il latinismo repere, che nella Crusca ha un esempio di Dante e uno del Soderini, ebbero i nostri antichi anche ripire, voce italiana d’uso e volgare in quei tempi, come sembra, e adoprata anch’essa nel significato di inerpicarsi, ἀνέρπειν, o di salire, montar su, come puoi vedere ne’ due esempi delle Storie Pistolesi nella Crusca e in questi della Storia della Guerra di Semifonte scritta da M. Pace da Certaldo, Firenze 1753, il quale autore fu tra il duecento e il trecento. Gli Fiorentini appoggiate le scale di già ripivano (p. 37): e videro... alcuni già avere appoggiate le scale, e far pruova di ripire (p. 46). Esempi portati nella Lettera a V. Monti di Vincenzo Lancetti, Proposta di alcune correzioni ed Aggiunte al Vocabolario della Crusca, vol. II, par.1, Milano 1819; Appendice, p. 284. Quindi ripido, cioè Erto, Malagevole a salire, spiega la Crusca, e ripidezza , astratto di ripido, voci non latine: e da repere, repente, per molto erto, ripido, dice la Crusca, che ne porta due  (1231) esempi del trecento. Il Du Cange non ha niente in proposito (27 giugno 1821).


*    Alla p. 1229. E infatti gran parte, e forse la maggiore, delle poesie straniere riescono e sono piuttosto trattati profondissimi di psicologia, d’ideologia ec. che poesia. E quivi la filosofia nuoce e distrugge la poesia, e la poesia guasta e pregiudica la filosofia. Tra questa e quella esiste una barriera insormontabile, una nemicizia giurata e mortale, che non si può né toglier di mezzo e riconciliare né dissimulare. E cosí dico proporzionatamente del resto della bella letteratura, propriamente e veramente considerata (27 giugno 1821).


*    Alla p. 1125, margine. Ossia le radici dei verbi