Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/343

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(1718-1719) pensieri 329

qualche straordinario distintivo che colpisca la fantasia del fanciullo. Egli confonde facilmente una persona a lui poco nota o ignota con altra o altre a lui note, una contrada del suo paese da lui non ben conosciuta con la contrada in cui abita, un’altra casa colla sua, un altro paese col suo ec. ec. ec. Eppure l’uomo il piú distratto, il meno avvezzo ad attendere, il piú smemorato ec. riconosce a prima vista la persona veduta anche una sola volta, distingue a prima vista le persone nuove da quelle che conosce ec. ec. ec. (i detti effetti si debbono distinguere in proporzione della diversa assuefabilità degli organi de’ fanciulli, della diversa loro forza immaginativa, che rende piú o meno vive le sensazioni ec. ec). Applicate questa osservazione a provare che la facoltà di attendere, e quindi quella di ricordarsi, nascono precisamente dall’assuefazione generale; applicatela anche alla mia teoria del bello, del quale io dico che il fanciullo ha debolissima idea, non lo distingue da principio dal brutto, non conosce né discerne i pregi o difetti in questo particolare, se non saltano agli occhi ec. ec. ec. (17 settembre 1821). (1719)


*   Quanto il corpo influisca sull’anima. Un abito di attività o di energia che abbia contratto il corpo per qualunque cagione, dà dell’attività, dell’energia, della prontezza ec. anche allo spirito, sia pure il meno esercitato in se stesso. E siccome il detto abito può essere effimero e passeggero, cosí anche il detto effetto è molte volte giornaliero, ed anche di sole ore. Questa osservazione si può molto stendere tanto in se stessa, quanto applicandola ad altri generi di assuefazioni ed abiti corporali costanti o passeggeri, che parimente producono una simile assuefazione o abito o facoltà nello spirito, ancorché esso non entri punto e non prenda veruna parte in quella del corpo; come se io, senza alcuna riflessione o azione del pensiero, mi trovo oggi