Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/346

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332 pensieri (1723-1724)

alle altre sue disposizioni ordinato dalla natura ec. ec. (17 settembre 1821). Vedi p. 1758, principio.


*   Chi ha disperato di se stesso, o per qualunque ragione si ama meno vivamente, è meno invidioso, odia meno i suoi simili, ed è quindi piú suscettibile di amicizia per questa parte, o almeno in minor contraddizione con lei. Chi piú si ama, meno può amare. Applicate questa osservazione alle nazioni, ai diversi gradi di amor patrio sempre proporzionali a’ diversi gradi di odio nazionale, alla necessità di render l’uomo egoista di una patria, perch’egli possa amare i suoi simili a cagion di se stesso, appresso a poco come dicono i teologi che l’uomo deve amar se stesso e i suoi prossimi in Dio e  (1724) per l’amore di Dio (17 settembre 1821).


*   L’odio dell’uomo verso l’uomo si manifesta principalmente ed è confermato da ciò che accade nelle persone di una medesima professione ec., fra le quali, sebben la perfetta amicizia astrattamente considerata è impossibile e contraddittoria alla natura umana, nondimeno anche la possibile amicizia è difficilissima, rarissima, incostantissima ec. Schiller uomo di gran sentimento, era nemico di Goëthe (giacché non solo fra tali persone non v’é amicizia, o v’é minore amicizia, ma v’é piú odio che fra le persone poste in altre circostanze) ec. ec. ec. Le donne godono del mal delle donne, anche loro amicissime. I giovani del male de’ giovani ec. ec. Vedi Corinne, liv. [XX], ch. [IV]. Non solo in una stessa professione, ma anche in una stessa età ec. ec., l’amicizia è minore e l’odio è maggiore. Eccetto l’esaltamento delle illusioni che favorisce assai l’amicizia de’ giovani, è certo, massime oggi che le grandi e belle illusioni non si trovano, che l’amicizia è piú facile tra un vecchio o maturo e un giovane, che tra giovane e giovane; tra