Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/353

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(1735-1736-1737) pensieri 339

catezza insomma e conformabilità degli organi de’ diversi fanciulli. Cosí la memoria degl’ignoranti o poco avvezzi a sensazioni variate ec., memoria nulla dovunque è necessario l’abito di attendere (vedi p. 1717), suol essere tenacissima di tutte le sensazioni straordinarie, le quali per essi sono frequenti, perché poco conoscono ec. ec. e la meraviglia opera in loro piú spesso e la novità non è rara per loro ec.; e quindi li troviamo assai spesso di prontissima memoria in cose di cui noi punto non ci ricordiamo ec., e vedendo che per essere ignoranti non hanno esercizio  (1736) né d’attenzione né di memoria crediamo che questa in loro sia una precisa facoltà di cui la natura gli abbia squisitamente dotati.


     La monotonia della vita contribuisce pure alla memoria, perch’ella giova all’attendere, escludendo l’abito delle distrazioni (come anche la troppa moltitudine e varietà delle rimembranze che si pregiudicano l’una l’altra, sebbene anche queste si facilitano a proporzione dell’assuefazione) e giova alla memoria tanto delle cose giornaliere, quanto e molto piú delle straordinarie, perché ogni piccolo straordinario è raro, e quindi fa notabile impressione in chi è avvezzo all’uniformità.

Non è ella cosa giornalmente osservata, che generalmente parlando ci ricordiamo di ciò che ci preme, e scordiamo di ciò che non c’importa? Questo viene che a quello si attende, a questo no.

Tutto ciò non ha punto che fare con una facoltà speciale e distinta di ricordarsi che l’uomo porti dalla natura.

E da queste osservazioni si conferma quanto la fabbrica intellettuale dell’uomo sia semplice in natura, cioè composta di pochissimi elementi, che diversamente modificati e combinati,  (1737) producono infiniti e svariatissimi effetti. Ai quali l’uomo superficialmente badando, moltiplica i principii, le cagioni, le forze, le