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(1763-1764-1765) | pensieri | 355 |
che fece altre volte, e quello che l’uomo da principio lo costrinse a fare, nel mentre che gli fece udir quella voce. Cosí, e non altrimenti, l’uomo apprende, impara ed acquista sí le facoltà e discipline intellettuali, che le abilità e le facoltà materiali o miste. Qui pure la natura dell’animo umano è quella stessa del bruto (21 settembre 1821). (1764)
* Il cavallo, il cane avvezzo a ubbidire a una certa voce, a riconoscere il padrone a un certo fiuto ec., si svezza tutto giorno e brevemente da questo, si avvezza a nuove voci, nuovi fiuti, nuove maniere di comandarlo, ec. in un nuovo padrone. Si avvezza ed impara una nuova cosa ec. ec. Altre specie, o individui meno assuefabili, sia per natura sia per esercizio, si svezzano piú difficilmente, come e perché piú difficilmente si avvezzano. Non accade lo stesso nell’uomo proporzionatamente e negl’individui umani? (21 settembre 1821).
* La memoria per potersi ricordare ha bisogno che l’oggetto della ricordanza sia in qualche maniera determinato. Dell’indeterminato ella non si ricorda se non difficilissimamente e per poco, o solo se ne ricorda rispetto a quella parte ch’esso può avere di determinato. Chi vuol ricordarsi di qualunque cosa bisogna che ne determini in qualche modo l’idea nella sua mente, e questo è ciò che facciamo tutto giorno senza pensarvi. Le parole determinano, i versi determinano. Or questa è appunto la (1765) proprietà della materia: l’avere i suoi confini certi e conosciuti e il non mancar mai di termini per ogni verso e di circoscrizione. Tutto il secreto per aiutar la memoria si riduce a materializzare le cose o le idee quanto piú si possa: e quanto piú vi si riesce, tanto meglio la memoria si ricorda. Bensí il progresso dell’assuefazione, cioè della facoltà della memoria, fa ch’ella possa sempre piú facilmente ricordarsi di cose sempre meno materiali di