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356 pensieri (1765-1766-1767)

quelle delle quali le era possibile il ricordarsi da bambino e da fanciullo (22 settembre 1821).


*   Io ho per fermo che il bambino appena nato, o certo nel primo tempo che succede al pieno sviluppo de’ suoi organi nell’utero della madre, non si ricordi dell’istante precedente. Quest’é un’opinione che mi par dimostrata dal vedere come la facoltà della memoria vada sempre crescendo a forza di assuefazione, onde il fanciullo si ricorda piú del bambino, il giovane piú del fanciullo (del quale spesso ci maravigliamo se mostra  (1766) memoria di qualche cosa alquanto lontana, di cui però ci sovveniamo senza pena, e consideriamo come uno sforzo e una felicità di memoria in loro quello che ci pare ordinarissimo in un grande e in noi stessi) e cosí di mano in mano finch’ella viene a declinare colla declinazione della macchina umana. Io dunque penso che nel bambino perfettamente organizzato non esista assolutamente memoria, prima dell’assuefazione de’ sensi e dell’esperienze ec. (22 settembre 1821).


*   Ho detto altrove che anche il filosofo può essere originale come il poeta e distinguersi dagli altri nel diverso modo di trattare le stessissime verità. Aggiungo ora che non solo a’ diversi individui, ma ad un medesimo individuo che soglia pensare, le stessissime verità si presentano in varii tempi sotto sí diversi aspetti (dico le stesse verità e non le stesse cose, dalle quali diversamente vedute si tirano diverse e contrarie proposizioni), che egli stesso se non ha piú che buona memoria e penetrazione e attenzione  (1767) appena le riconosce per quelle verità che ha già vedute (o anche scoperte) e considerate ec. Cosí che il filosofo siccome il poeta può in una stessa verità diversificarsi ed essere originale, non che rispetto agli altri, anche a se stesso (22 settembre 1821).