Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/43

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(1243-1244) pensieri 29

una donna alta ci paia bene spesso di maggiore statura che un uomo mediocre e posta al paragone si trovi il contrario ec. Osserviamo finalmente che le stesse proporzionate differenze in altri oggetti di qualunque genere non sono mai capaci di produrre in noi gli stessi effetti, né proporzionati a quelli delle stature umane. E quindi inferiamo quanto la continua osservazione ci renda sottili conoscitori ed affini le nostre sensazioni circa le forme esteriori de’ nostri simili; e come, per conseguenza, l’idea delle proporzioni determinate non si acquisti se non a forza di osservazione e di abitudine; e quanto sia relativa, giacché la menoma differenza reale ci par grandissima in questi oggetti e menoma, qual è, in tutti gli altri (30 giugno 1821).


*    Altre cagioni di fatto della ricchezza e varietà della lingua italiana, oltre la copia degli scrittori, come ho detto altrove, sono:

1°, Il non aver noi mai rinunziato alle nostre  (1244) ricchezze di quantunque antico possesso, a differenza della lingua francese, a cui non gioverebbe neppure l’avere avuta altrettanta copia di scrittori e di secoli letterati quanti noi. Neppure alla varietà, ed anche a quella ricchezza che serve precisamente all’esatta espressione delle cose, gioverebbe alla lingua francese l’avere avuto in questi due secoli dopo la sua rigenerazione tanti e piú scrittori quanti noi in cinque secoli. Non le gioverebbe, dico, quanto giova alla nostra lingua la moltitudine dei secoli, e quindi la maggior varietà degli scrittori, delle opinioni, de’ gusti, degli stili, delle materie da loro trattate; varietà che non si può trovare nello stesso grado in due secoli soli, benché fossero piú copiosi di scrittori che questi cinque insieme; e varietà che serve infinitamente alla ricchezza di una lingua ed alla esattezza e minutezza del suo poter esprimere, giacch’é stata applicata