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Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/462

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448 pensieri (1930-1931-1932)

che cosa significhi  (1931) la piú viva e marcata fisonomia, e quindi in ordine alla di lei significazione non può provarne verun effetto né piacevole né dispiacevole. Col tempo, e tanto piú presto quanto egli è piú disposto naturalmente ad assuefarsi e disposto o assuefatto ad attendere, e quindi a confrontare e a legare i rapporti, egli conosce che l’uomo dabbene o l’uomo che gli fa carezze ec. ha, o piglia la tale e tal aria di fisonomia ec., e a poco a poco si forma le idee delle varie corrispondenze che sono tra il di fuori e il di dentro degli uomini. Ma vi s’inganna assai piú degli uomini, quantunque, anzi perciò appunto ch’egli è piú suscettibile d’impressione nelle cose sensibili ec. ec. ec.

La significazione stessa che la natura ha data alla fisonomia umana non si deve intendere se non a minori, cioè ch’ella non esisterebbe, se ciascun uomo non osservasse l’effetto generale e gli effetti particolari  (1932) momentanei ec., che per natura produce l’interno sul viso (come appunto la natura ha dato agli affetti interiori una piena e variata influenza e corrispondenza coi moti del corpo, colle voci naturali, co’ tuoni della voce e sue modulazioni, colle azioni, con tutto l’abito esterno, colla lentezza o prestezza, vivezza o freddezza degli atti ec., l’imitazione delle quali qualità fa la espressione della musica, dell’armonia imitativa de’ versi o delle parole ec. ec), effetti che la natura ha per altro disposti a suo pieno arbitrio e senza considerazione del bello. Chi non osserva, o chi meno osserva, per lui la fisonomia non significa molto o nulla, ed egli non sente molto quel bello umano che deriva dalla significazione della fisonomia come neppure quel bello delle arti o poesia ec. (16 ottobre 1821).


*    Un cieco (uomo o animale) è quasi senza espressione (cioè senza nessuna significazione viva) di fisonomia, né costante, né momentanea (16 ottobre 1821).