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(1273-1274) pensieri 51

le prime relazioni, i primi pensieri, cognizioni ec. degli uomini.

Certo è parimente che in lingue disparatissime parlate antichissimamente da popoli lontanissimi fra loro, si trovano bene spesso tali conformità nelle forme esteriori e nel significato di certe voci, e queste voci sono in gran parte cosí necessarie alla vita, esprimono cose cosí necessarie e nel tempo stesso cosí facili e prime e naturali ad esprimersi, che queste conformità, non volendo attribuirle al caso, ch’é inverisimile, non potendo attribuirle alla natura, giacché si tratta di voci d’espressione e di forma quasi al tutto arbitraria,  (1274) e neppure potendo attribuirle a relazioni posteriori di detti popoli fra loro, sí perché ciò s’oppone molte volte a tutte le storie conosciute, sí perché si tratta di parole necessarie e prime in tutte le lingue; resta che si attribuisca ad una comune origine di tali lingue e di tali popoli, ancorché ora e sin da remotissimo tempo disparatissimi e lontanissimi e ignoti gli uni agli altri.

A scoprir dunque tal comune origine delle lingue e quindi delle nazioni (o sia una sola origine, o sieno alcune pochissime); a ritrovare quanta maggior parte si possa della prima lingua degli uomini; a soddisfare al filosofico desiderio di quel metafisico tedesco (vedi p. 1134) ec. ec., non v’é altro mezzo che lo studio etimologico. E questo non ha altra via, se non che, giovandosi de’ lumi comparativi d’una estesa poliglottia, de’ lumi profondamente archeologici e filologici, fisiologici e psicologici ec., prendere a considerar le parole delle lingue meglio conosciute fra le piú antiche, come piú vicine alla comune origine delle lingue; e denudandole d’ogni inflessione, composizione, derivazione gramaticale ec. ec., cavarne la radice piú semplice che si possa; e quindi coi detti lumi comparativi ec. ridurre questa radice dalle diversissime alterazioni di forma e di suoni che può