Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/66

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52 pensieri (1274-1275-1276)

avere ricevute, anche prima di divenire radice d’altra parola e nel suo semplice stato ovvero dopo, alla sua forma primitiva. Quando questa non si possa trovare e stabilire precisamente, l’etimologo avrà fatto abbastanza e l’utilità sarà pur molta, se avrà dimostrato che una tal parola dimostrata radicale, quantunque diversa nelle diverse lingue, è però una sola in origine, e che fra quelle diverse forme, significati ec. di essa radice, si trova la forma, il significato ec. primitivo, quantunque non si possa definitamente stabilire se questo sia il tale o il tale fra i detti sensi e forme che ha nelle differenti favelle. Come  (1275) questo si possa fare nella lingua latina che è una delle antichissime, delle meglio conosciute e delle meglio accomodate a tali ricerche, abbiamo cercato di indicarlo colla scorta della filologia e dell’archeologia, mostrando come dalle parole latine si possa trarre la radice monosillaba, e colla scorta della filosofia la quale insegna che le prime lingue dovettero essere per la piú parte monosillabe e composte quasi di soli nomi; mostrando molti accidenti delle parole latine, considerati finora come qualità essenziali, il che nuoce, come è chiaro, infinitamente alla invenzione delle estreme radici, ed arresta il corso delle ricerche etimologiche lungi dalla sua meta, e in un punto dove elle non debbono arrestarsi, come se già fossero giunte alle ultime origini ed agli ultimi elementi delle parole. Abbiamo insomma cercato di ridurre l’analisi e la decomposizione delle parole latine ad elementi piú semplici; cosa giovevolissima alla cognizione delle loro origini e radici; come infiniti progressi ha fatto la chimica quando ha scoperto che quei quattro che si credevano primi elementi erano composti, ed è giunta a trovar sostanze, se non del tutto elementari ed ultime esse stesse, certo molto piú semplici delle prima conosciute.  (1276)