Vai al contenuto

Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/131

Da Wikisource.
(2231-2232) pensieri 119

materialmente esercitato da lui come dagli altri. Che vuol dir ciò? tutte le facoltà umane le piú materiali e apparentemente naturali abbisognano di assuefazione ec. (6 dicembre 1821).


*    Alla pagina 2181. Di quelli che scrivevano in dialetto ionico per pura eleganza e bellezza, dopo già prevaluto universalmente l’attico, con tutte le regole e pedanterie dell’atticismo, vedi Luciano πὼς δεῖ τὴν ἱστορίαν συγγραφεὶν (6 dicembre 1821).


*    Di quante parole o frasi forestiere antiche o moderne diciamo giornalmente fra noi stessi o interrogati del loro valore: questa non si può esprimere in nostra lingua, il significato non ve lo posso precisamente spiegare. Che cosa sono esse? idee o parti o qualità e modificazioni d’idee, che quelle lingue e quelle nazioni hanno e che la nostra non ha, benché ne sia capacissima, perché, imparando quelle lingue, le comprende benissimo e chiaramente (6 dicembre 1821). (2232).


*   La legge cristiana essenzialmente e capitalmente, e in modo che senza ciò ella non sussiste, prescrive di amar Dio sopra tutte le cose, i prossimi come se stesso per amor suo e se stesso non per se stesso, ma per amor di Dio; ond’è ch’ella comanda ancora l’odio di se stesso ec. Ora, torcete la cosa quanto volete, siccome per una parte non potrete mai negare che la legge cristiana non obblighi assolutamente l’uomo a porre un altro Essere al di sopra di se stesso nel suo amore per ogni verso, cosí nell’ultima e piú sicura ed infallibile analisi della natura (non solo umana, ma vivente, anzi di quella natura che sente in qualunque modo la sua propria esistenza) troverete che questo è dirittamente e precisamente impossibile e contraddittorio al modo reale di essere delle cose (7 dicembre 1821).