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4 | pensieri | (2004-2005-2006) |
* Alla p. 1136. fine. Tutte queste ragioni fanno che le radici della lingua greca paiano infinite (siccome per simili ragioni accade nella lingua italiana che ha gran rapporti in ciò, come in ogni altra cosa, colla greca); laddove elle sono pochissime, come necessariamente in tutte le lingue. E si considerano come radicalmente diverse delle parole che vengono dalla stessa origine, (2005) o che sono esse medesime una sola radice: vale a dire si crede che la tal radice sia diversa da un’altra, ed è la stessa (benché non si possa piú né provare né meno scoprire); si crede che il tal derivato non abbia radice nota, e l’ha, che sia radice, e non è, che venga da una radice diversa da quella del tal altro derivato, e viene da essa medesima ec. (27 ottobre 1821).
* L’ebraico manca, si può dire, affatto di composti, e scarseggia assaissimo di derivati in proporzione delle sue radici e dell’immenso numero di derivati che nello stesso ragguaglio di radici hanno le altre lingue. Ciò vuol dire ed è effetto e segno che la lingua ebraica è se non altro l’una delle piú antiche. L’uso dei composti (de’ quali mancano pure, cred’io, tutte le lingue orientali affini all’ebraica, l’arabica ec). non è infatti de’ piú naturali (2006) né facili ad inventarsi e non sembra che sia stato proprio delle lingue primitive né l’uno di quei mezzi, co’ quali esse da principio si accrebbero. Infatti lo spirito umano trova per ultimi i mezzi piú semplici, qual è questo di comporre con pochi elementi un vasto vocabolario diversissimamente combinandoli. Siccome appunto accadde nella scrittura, dove da principio parvero necessari tanti diversi segni quante sono le cose e le idee. Cosí dunque nelle radici ec. Bensí naturalissimo e primitivo, e l’uno de’ primi mezzi d’incremento che adoperò il linguaggio umano è l’uso della metafora o applicazione di una stessa parola a