Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/29

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(2030-2031-2032) pensieri 17

e, stando egli sotto processo, discorre della sua condanna come di una soddisfazione e un piacere ch’egli aspetti e desideri, accusa la lentezza dei giudici, e se il reo è assoluto, se ne duole, come di un torto fatto a se stesso. Se è condannato ne gode, finché all’ira verso la colpa non succede la compassione verso la pena.

Del resto, in questi effetti non entra,  (2031) come cagione essenziale, la compassione verso la vittima del misfatto, anzi ella è bene spesso, per varie circostanze, o leggera o nulla e fuor di proporzione cogli altri effetti sopraccennati; e vi sono anche de’ misfatti che non hanno nessuna vittima particolare ed offendono egualmente il pubblico.

Tutto ciò per altro, e tutti questi sentimenti, benché paiano puramente naturali, innati ed elementari, non derivano poi veramente che dalle assuefazioni. Almeno fino a un certo segno, giacchè, come ho detto altrove, io credo che l’animale non sanguinario, odii naturalmente l’animale carnivoro, vedendolo afferrare, uccidere e divorare la sua preda, quantunque egli in verità non pecchi contro alcuna legge della sua natura, ma ben contro quelle che la natura ha prescritte agli animali non carnivori. Cosí il giudizio e il senso del bene e del male, giusto e ingiusto, non è che relativo e senz’alcun tipo o ragione antecedente ec. ec. ec. (1 novembre 1821).  (2032)


*   L’uomo inesperto delle cose è sempre di spirito e d’indole piú o meno poetica. Ella diventa prosaica coll’esperienza. Ma bene spesso colui che da giovane fu per assuefazione o per natura piú notabilmente poetico, tanto più presto, anche nella stessa gioventù, e più gagliardamente diviene prosaico coll'esperienza. Un eccesso tira l'altro, perché gli eccessi, contro quello che a prima vista apparisce, sono più affini, amici e vicini fra loro, che con quello che è fra loro di mezzo. Colui che per avere uno spirito gagliarda-