Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/322

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310 pensieri (2566-2567-2568)

vivissimo? Quando tutti i sentimenti vitali e soli capaci del dolore o del piacere sono non solamente intorpiditi, come nel sonno o nell’asfissia ec (ne’ quali casi ancora le punture, i bottoni di fuoco ec., o non danno dolore o ne danno meno dell’ordinario, in proporzione dell’intorpidimento, della gravezza, per esempio, del sonno, ch’é minore o maggiore, com’é somma nell’ubbriaco),ma anzi il meno vitali, il meno suscettibili e vivi che si possa mai pensare, essendo quello il punto in cui si spengono per sempre, e lasciano d’esser sentimenti. Il punto in cui la capacità di sentir dolore s’estingue interamente ha da esser un punto di sommo dolore? Anzi non può esser nemmeno di dolore comunque, non potendosi concepir  (2567) l’idea del dolore, se non come di una cosa viva e il vivo è inseparabile dal dolore, essendo questo un irritamento, un aigrissement dei sensi, che si risentono, cosa di cui non sono capaci nel punto in cui, invece di risentirsi, si dissentono per sempre. Cosí non si dee creder nemmeno che quel piacer fisico ch’io affermo esser nella morte sia un piacer vivo ma languidissimo. E il piacere, a differenza del dolore, opera languidamente sui sensi, anzi osservate che il piacer fisico per lo piú consiste in qualche specie di languore e il languor de’ sensi è un piacere esso stesso. Però i sentimenti ne son capaci anche estinguendosi e perciò medesimo che si estinguono (16 luglio 1822).


*   Una macchina dilicata (cioè piú diligentemente e perfettamente organizzata) è piú facile a guastarsi che una rozza: ma ciò non  (2568) toglie che la non sia piú perfetta di questa, e che andando come deve andare non vada meglio della rozza, supponendole anche tutt’e due in uno stesso genere, come due orologi. Cosí l’uomo è piú dilicato assai di tutti gli altri animali, sí nella costruzione esterna, sí nelle fibre intellettuali. E perciò egli è senza dubbio il piú