Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/392

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380 pensieri (2690-2691-2692)

maliadella stessa natura e condizione di arsus da ardeo, seconda congiugazione come audeo. Quest’ausus è il nostro oso: da questo nome oso viene osare, che i provenzali dissero o almeno scrissero anche ausar (Perticari, l. c., p. 210, lin. 7): ed infatti osare non è che un continuativo barbaro d’audere, ch’è la sua radice prima, e l’immediata è ausus. Ma il Perticari viceversa direbbe che oso ed ausus viene da osare e da ausare, giacché dice che arso viene da arsare. Quasi che, anche secondo l’analogia della nostra lingua, da arsare si potesse far arso: e non piuttosto arsato, ch’è il  (2691) suo vero participio, e ben differente da arso ch’è participio d’un altro verbo.

Questo e altri tali errori del Perticari e d’altri moltissimi grammatici antichi e moderni vengono dalla poca notizia che costoro hanno avuta della formazione e derivazione de’ verbi in are da’ participii regolari o anomali d’altri verbi: formazione usitatissima da’ latini, presso de’ quali i verbi cosí formati erano continuativi; e seguitata ad usare larghissimamente ne’ tempi bassi e ne’ principii delle moderne lingue dell’Europa latina.

Ausus sum: son oso. Questa frase italiana corrispondente alla latina conferma, seppur ve n’è bisogno, l’identità del nome oso col participio ausus, sola voce del verbo audere che si sia conservata nell’uso delle lingue figlie della latina, e madre di piú voci moderne, come osare, oser, osadía, osado (participio d’ausare), osadamente ec. (Recanati, 15 maggio 1823).


*    Somma conformabilità dell’uomo. Le bestie sono piú o meno addomesticabili, secondo che sono piú o  (2692) meno assuefabili e conformabili di natura. Ma né le bestie domestiche convivendo coll’uomo, né queste o altre bestie convivendo con bestie di specie diversa dalla loro, contraggono il carattere e i costumi