Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/47

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(2066-2067-2068) pensieri 35

ho predetto alla francese, e l’evento della lingua e letteratura latina conferma la mia predizione. E le circostanze avendo portato che gli scrittori che succedettero al secolo di Cicerone e di Augusto non fossero gran cosa, perciò noi (come quelli che in quei tempi furono di buon gusto) chiamiamo questo cambiamento (per altro inevitabile) della lingua e letteratura latina, corruzione, e molto piú quello, parimente inevitabile, che accadde e venne continuamente accadendo ne’ successivi tempi. Insomma la lingua latina scritta doveva per necessità cambiar di forma di secolo in secolo continuamente, e cosí fece; ma siccome i secoli seguenti furono corrotti e poveri o scevri di buoni scrittori e letterati (dico buoni, per se stessi, come un Cicerone o un Virgilio), perciò i cambiamenti ch’ella inevitabilmente dovea soffrire e soffrí si chiamano  (2067) e furono corruzioni (7 novembre 1821).


*    Come la lingua cosí la letteratura francese è schiava e la piú schiava di quante sono o furono (qualità naturale in una letteratura d’indole moderna) e nemica o poco adattabile all’originalità, e quindi alla vera poesia, e quindi anche ella appena può dirsi letteratura, essendo serva dell’uso e della società, non della sola immaginazione ec. come dovrebbe. Né poteva accadere che la lingua fosse schiava e la letteratura no, siccome non poteva e non può in nessun luogo o tempo accadere viceversa. Dico la letteratura, la quale sola, insieme coi costumi (parimente schiavi della società e dell’uniformità in Francia, e nemici di originalità), segue o accompagna l’andamento della lingua e ne ha tutte le qualità; non la filosofia, la quale non è in questo caso in Francia, né per se stessa in verun luogo, poich’ella ha un  (2068) tipo e una ragione indipendente da ogni circostanza, cioè la verità, incapace d’essere influita e sempre libera ec. Cosí dico delle scienze ec. (7 novembre 1821).