Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/73

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(2117-2118-2119) pensieri 61



*    Alla p. 1109, margine-principio. Da secutus noi dovevamo far seguitare, e non secutare, perché in seguire che viene indubitatamente da sequi, noi facciamo nel participio non secuto ma seguito, che altrettanto indubitatamente  (2118) viene da secutus o seguutus e quindi seguitare da seguito e per conseguenza da secutus (18 novembre 1821).


*    Piace l’essere spettatore di cose rigorose ec. ec. non solo relative agli uomini, ma comunque. Il tuono, la tempesta, la grandine, il vento gagliardo veduto o udito, e i suoi effetti ec. Ogni sensazione viva porta seco nell’uomo una vena di piacere, quantunque ella sia per se stessa dispiacevole o come formidabile o come dolorosa ec. Io sentiva un contadino, al quale un fiume vicino soleva recare grandi danni, dire che nondimeno era un piacere la vista della piena, quando s’avanzava e correva velocemente verso i suoi campi, con grandissimo strepito e menandosi davanti gran quantità di sassi, mota ec. E tali immagini, benché brutte in se stesse, riescono infatti sempre belle nella poesia, nella pittura, nell’eloquenza ec. (18 novembre 1821).


*    Alla p. 2022, fine. L’errore de’ grammatici ec.  (2119) in ordine ai verbi formati dal participio in us di altri verbi, col troncamento dell’us e la semplice aggiunta dell’are nell’infinito, verbi ch’io chiamo continuativi, si è di non avere osservato che questa tal formazione (ch’essi non potevano non conoscere, sebbene non so se l’abbiano mai avvertita e specificata distintamente e secondo le sue regole e qualità) avesse una forza e un fine e un valore proprio, distinto, speciale, assegnato, determinato, particolare; e l’aver creduto ora che fossero frequentativi come quelli in itare, senza veruna differenza, quasi la diversità della formazione fra questi e quelli fosse o casuale o arbitraria o