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Pagina:Zibaldone di pensieri V.djvu/228

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(3166-3167-3168) pensieri 221

non potendo però lasciare di sentirne gli effetti, ma rapportandoli a non vere cagioni, e male esigendo che quei poemi producano effetti non compatibili realmente con quel disegno che in essi lodano, e senza cui gli avrebbero biasimati; e finalmente che Omero  (3167) non conoscendo l’arte (che da lui nacque) e seguendo solamente la natura e se stesso, cavò dalla sua propria immaginazione ed ingegno un’idea, un concetto, un disegno di poema epico assai piú vero, piú conforme alla natura dell’uomo e della poesia, piú perfetto che gli altri, avendo il suo esempio e in esso guardando, e ridotta che fu ad arte la facoltà ond’egli avea prodotto que’ modelli, e determinata, distinta e stretta che fu da regole la poesia, non seppero di gran lunga fare (5-11 agosto 1823).


*    Alla p. 3109, margine. E l’egoista lusinga il suo amor proprio anche col persuadersi di non essere egoista e di amare altri che se, e col credere di darne a se stesso una prova. Quindi per gli animi raffinati è anche piú dolce la compassione verso gl’inimici che verso gli amici o gl’indifferenti, prima perché tanto piú facilmente e vivamente l’uomo si persuade che quel sentimento ch’egli allora prova sia sgombro e puro d’ogni mescolanza e influenza d’egoismo; poi perché tanto maggior concetto  (3168) egli allora forma della grandezza e generosità e nobiltà del suo proprio animo, e tanto piú s’aggrandisce a’ suoi propri occhi, (considerando la compassione ch’ei concede agli stessi nemici), del quale effetto della compassione ho detto p. 3119. Onde veramente somma fu l’arte, squisitissima l’intenzione e lo scopo, e supremamente bello l’effetto della poesia d’Omero, il quale rivolge principalmente sui nemici la compassione di che egli anima tutto il suo poema, ed alla quale, come all’uno de’ principali effetti di questo, egli mira.


     La compassione è quasi un’annegazione che l’uomo