Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/108

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metodica e uniforme, ch’ella contribuisce a mettere in attività l’immaginazione, a destare e pascere le illusioni, a far che l’uomo abbondi d’immagini e di deliri, e con questi facilmente faccia di meno delle opere, e basti a se stesso, e trovi piaceri in se stesso, ad accrescere la vita e l’azione interna in pregiudizio dell’esterna; assai piú che non fanno la bellezza e la vitalità della natura ne’ paesi meridionali. Qui gli uomini sono distratti e dissipati, e versati al di fuori, ed hanno sempre sotto gli occhi il mondo e gli altri uomini, e la vita e la società e la realtà delle cose; il che distrugge o impedisce l’immaginazione e l’illusione, e produce la noia, e quindi la scontentezza del  (3679) presente e il desiderio di novità. Ma nella vita casalinga la solitudine, l’esser sempre, o il piú del tempo, raccolto in se stesso, l’esser privo o scarso di distrazioni, stante il metodo e l’uniformità della vita e la poca società, lascia libero il campo alle facoltà dell’anima di agire, di svilupparsi, di ripiegarsi sopra se stesse, di meditare, di pensare, di riflettere, d’immaginare, e produce necessariamente un’abitudine di pensiero, che nuoce sommamente, o anche esclude, sí l’abito sí l’inclinazione, sí l’atto dell’operare. E d’altronde l’esser gran parte del tempo lontano dal mondo, dalla società, dagli uomini di fuori; l’abitudine di veder la vita e le cose umane ordinariamente da lungi, produce naturalmente le illusioni e i bei sogni e i castelli in aria, e lascia libero l’immaginare e il figurarsi, e il crearsi il mondo e gli uomini e la vita a suo modo, e dà luogo alla speranza; o perduta ch’ella sia, le agevola il ritorno (perché la speranza, purché sia lasciata fare, e non sia continuamente respinta dalla realtà, per natura dell’uomo indubitatamente e presto ritorna); o indebolita, le dà agio di ristorarsi e rintegrarsi;  (3680) o moribonda, la conserva, se non altro in vita; o fa insomma, che in parità di circostanze, ella sia sem-