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104 | pensieri | (3680-3681) |
pre maggiore che non sarebbe in una vita in mezzo al mondo; e tien lungi, o ritarda, o minora il disinganno, o ne indebolisce gli effetti, o ne ristringe l’estensione ec.
Conseguenza e prova di queste osservazioni si è che infatti i settentrionali per una parte sono piú profondi e sottili speculatori, piú filosofi, massime nelle scienze astratte, o parti piú astratte di esse, o generi piú astratti ec., e insomma piú pensatori che i meridionali, onde la Staël chiama la Germania la patrie de la pensée. E per altra parte, cosa che sembra contraria sí alla detta qualità, sí alla natura rispettiva de’ settentrionali e meridionali, sono piú immaginosi e piú poeti veramente e piú sensibili, entusiasti, e di fantasia piú efficace e forte (quanto però al poetare, non quanto all’operare; e quanto a ciò ch’è opera del solo spirito, non del corpo), e piú inventivi originali e fecondi che non sono i meridionali. Ma ciò, secondo le suddette osservazioni, si deve intendere, ed è infatti, de’ soli settentrionali e meridionali moderni, stante le moderne circostanze degli uni e degli altri. Negli antichi, stante la diversità di tali circostanze, doveva essere (3681) ed era tutto l’opposto, cioè i meridionali piú immaginosi, fecondi ec. de’ settentrionali, conforme alla vera natura, e alla natural proprietà degli uni e degli altri. Sicché la detta superiorità de’ settentrionali moderni ec. è veramente uno de’ tanti accidenti sociali; bensí di quelli costanti e connaturali all’essenza della civiltà assolutamente, e che durando la civiltà appo gli uni e appo gli altri popoli, non possono mai venir meno.
Del resto l’immaginazione de’ settentrionali rispetto alla meridionale quanto è, generalmente e tutta insieme, piú forte, viva, vigorosa, attiva, feconda e maggiore, tanto ancora è piú sombre, lugubre, trista, malinconica, funesta e, si può dir, brutta. Perocché, lasciando l’altre circostanze, essa è nutrita dalla soli-