Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/151

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146 pensieri (3744-3745)

come i francesi e noi, né in quello di participio, come noi talvolta (esser potente di fare una cosa ec. Speroni spesso), ma hanno pujanza, cioè possentia, mutati i due ss nell’aspirata, come è loro ordinario. Né i francesi né gli spagnuoli sono punto soliti di mutare il t in due ss o nell’aspirata ec., come ho detto degl’italiani.

Del resto anche potens serve a mostrar l’esistenza antica del participio attivo di sum ec. (21 ottobre 1823).


*    Il v non è che aspirazione nell’antico latino ec.: sta invece dello spirito nelle parole tolte dal greco, e non pur dell’aspro ma del lene ec., come nella mia teoria de’ continuativi. Paphlagonia insignis loco, Heneto, a quo, ut Cornelius  (3745) Nepos perhibet, Paphlagones in Italiam transvecti, mox Veneti sunt nominati. Solin., c. XLIV, ed. Salmas, XKVI, al.; Plin., l. VI, c. 2. Vedi Menag. ad Laert., II, segm. 113 e notate che ivi il greco Ἐνετὸς è sempre collo spirito lene, benché nell’addotto luogo si scriva Heneto. Vedi anche Cellario ec. Del resto, quelle mie osservazioni potrebbero confermare questa etimologia e questa storia (21 ottobre 1823). Vedi Forcellini in Veneti e in Velia.


*    Alla p. 3734, margine. Qua spetta futum e fusum da fundo, confutum e confusum ec., come altrove in proposito di confuto; e conferma queste osservazioni, e da queste può esser confermata notabilmente la derivazione di confuto, da fundo o confundo e l’esistenza di un antico confutum o futum ec., di che altrove in piú luoghi (21 ottobre 1823).


*    Il piacere è sempre passato o futuro, e non mai presente, nel modo stesso che la felicità è sempre altrui e non mai di nessuno, o sempre condizionata e non mai assoluta: e cosí è impossibile che altri dica