Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/172

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(3776-3777) pensieri 167

simo. Quali mezzi, quali artifizi non si sono immaginati o impiegati per impedirlo? che studio, che dottrina, che esperienza, che fatica, che forza d’ingegno si è risparmiata per ottener questo effetto? quanti genii sommi non vi si sono applicati? ma tutto è stato pienissimamente indarno; e chiunque abbia fior di giudizio dee senza difficoltà convenire, che tutto lo sarà sempre ugualmente, qualunque affatto nuova e strana circostanza si possa mai offrire, e qualunque novissima arte e via ritrovare. Il che insomma vuol dire che una società perfetta, e niente piú perfetta che nel modo spiegato di sopra, senza il quale l’idea della società è contraddittoria ne’ termini; una società, dico, perfetta fra gli uomini, anzi pure una società vera è impossibile. Or come può star che sia impossibile, se la natura ce l’avesse  (3777) destinata, e se l’uomo fuor di una tal società non potesse conseguire la sua perfezione e felicità naturale? Veggiamo pur che quella società ch’è stata destinata dalla natura ad animali tanto inferiori a noi, è stata sempre fin dal principio, ed è costantemente, perfetta nel suo genere, bench’essi non abbiano avuti e non abbiano né legislatori, né filosofi, né esperienze d’altre forme di società ec. Veggiamo eziandio ch’ella è perfetta, non pure nel genere suo, ma rispetto al genere ed all’idea della società assolutamente, la quale importa moltitudine maggiore o minore d’individui cospiranti in una o altra forma al bene di tutta la moltitudine, e ad essa in niun modo mai, se non accidentalmente, pregiudicanti; del resto poi comunicanti tra se piú o meno, e moltissimo o pochissimo; ciò nulla rileva, purché intanto cospirino al bene comune, in quanto e’ comunicano insieme, poco o molto che ciò sia. Non dobbiamo dunque dedurre da tutto il sopraddetto, sí ragioni, sí esperienze di tanti e tanti secoli, che il genere umano per natura, o non è destinato a società veruna tra se, o (com’è vero) è destinato ad un ge-