Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/231

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226 pensieri (3842-3843)

del sonno, e in simili stati in cui la proporzione, la somma, la forza del pensare, l’esercizio del pensiero, la libertà e la facoltà attuale del pensare, è minore, piú impedita, scarsa ec., l’uomo desidera meno vivamente a proporzione, il suo desiderio, la forza, la somma di questo è minore; e perciò l’uomo è proporzionatamente meno infelice. Quanto si stende quell’azione della mente, ch’é inseparabile dal sentimento della vita, e sempre proporzionata  (3843) al grado di questo sentimento, tanto, e sempre proporzionato al di lei grado, si stende il desiderio dell’uomo e del vivente, e l’azione del desiderare. Ogni atto libero della mente, ogni pensiero che non sia indipendente dalla volontà, è in qualche modo un desiderio attuale, perché tutti cotali atti e pensieri hanno un fine qualunque, il quale dall’uomo in quel punto è desiderato in proporzione dell’intensità ec. di quell’atto o pensiero, e tutti cotali fini spettano alla felicità che l’uomo e il vivente per sua natura sopra tutte le cose necessariamente desidera e non può non desiderare (6 novembre 1823).


*    Diminutivi positivati. Mamilla o mammilla diminutivo di mamma (mammella ec.). Papilla diminutivo di papula, come fabella di fabula e simili, del che altrove;1 e diminutivo in illa, come mammilla che il Forcellini chiama diminutivo a mamma, atque idem saepe significans (scil. idem ac mamma) (6 novembre 1823).


*    Convexo as vedilo nel Forcellini e applicalo a quello che ho detto altrove di convexus derivandolo da veho, come vexare, da cui è convexare che vale altrettanto ec. (6 novembre 1823).


*    La differenza che fa Prisciano tra nectus e necatus non sussiste (appo Forcellini in Neco). Seppur ei non

  1. Vedi la p. seg.