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Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/329

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324 pensieri (3951-3952-3953)

reminiscenza, o solo a una reminiscenza debole, oscura, confusa, scarsa, manchevole, breve e passeggera. Perciò venti ripetizioni non bastano a chi non attende per fargli imparare una cosa, che da chi attende è imparata talora dopo una sola volta o con pochissime ripetizioni estrinseche ec. (7 decembre, Vigilia della Concezione, 1823). (3952)


*   Dal detto altrove circa le idee concomitanti annesse alla significazione o anche al suono stesso e ad altre qualità delle parole, le quali idee hanno tanta parte nell’effetto, massimamente poetico ovvero oratorio ec. delle scritture, ne risulta che necessariamente l’effetto d’una stessa poesia, orazione, verso, frase, espressione, parte qualunque, maggiore o minore, di scrittura, è, massime quanto al poetico, infinitamente vario, secondo gli uditori o lettori, e secondo le occasioni e circostanze anche passeggere e mutabili in cui ciascuno di questi si trova. Perocché quelle idee concomitanti, indipendentemente ancora affatto dalla parola o frase per se, sono differentissime per mille rispetti, secondo le dette differenze appartenenti alle persone. Siccome anche gli effetti poetici ec. di mille altre cose, anzi forse di tutte le cose, variano infinitamente secondo la varietà e delle persone e delle circostanze loro, abituali o passeggere o qualunque. Per esempio, una medesima scena della natura diversissime sorte d’impressioni può produrre e produce negli spettatori secondo le dette differenze; come dire se quel luogo è natio, e quella scena collegata colle reminiscenze dell’infanzia ec. ec. Se lo spettatore si trova in istato di tale o tal passione, ec. ec. E molte volte non produce impressione alcuna in un tale, al tempo stesso che in un altro la fa grandissima. Cosí discorrasi delle parole e dello stile che n’é composto e ne risulta, e sue qualità e differenze ec., e questa similitudine è molto a proposito.  (3953)