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mente,  (4076) e piú di rado, e per lo piú per molto minore spazio della loro vita, e in generale molto piú incompletamente di quelli che hanno a provvedere da se a’ propri bisogni naturali e della vita (20 aprile, martedí di Pasqua, 1824).


*    Cuerpo mal sustentado y peor comido. D. Quijote, ed. Madrid, 1765, t. IV, p. 220. Muger parida cioè que ha parido, ib., p. 226 (21 aprile 1824).


*    Alla p. 4053. Nel Secolo di Luigi XIV di Voltaire, ed. della Haye, 1752, tome II, fine del cap. 33, Du jansénisme, p. 254, trovo tombeau e subito dopo tombe due volte, collo stessissimo senso di tombeau (21 aprile 1824).


*    A proposito del detto altrove circa i semidei dimostranti l’alta opinione che gli antichi avevano della natura umana, osservisi con quanta facilità si divinizzavano appresso i romani gl’imperatori o altri della loro famiglia, o loro liberti e favoriti, o vivi ancora, o morti al tempo e sotto gli occhi di quelli che li divinizzavano, anzi allora allora.1 Non dirò già io che né quelli che li divinizzavano, né le altre persone intelligenti, né forse anche la piú ignorante feccia del popolo e la piú superstiziosa, massime in quei tempi già illuminati e disingannati in tante cose (sebbene anche a quei tempi v’aveano persone, eziandio tra’ nobili e senatori, di maravigliosa superstizione, come e piú che non fu Senofonte, spirito sí colto e istruito, fra’ greci in tempi simili) credessero veramente alla divinità di quei tali imperatori o parenti o favoriti di essi, vivi o morti. Ma quest’uso solo di divinizzare delle persone  (4077) contemporanee, cosa che poiché era tanto ricercata da un canto dall’ambizione, dal-

  1. Anche Cesare dittatore fu divinizzato, con flamine ec. ec., dopo la morte almeno. Vedi gli storici o Svetonio, in fine della sua vita.