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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/108

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concentrata del suo abbandono le divampò nello sguardo; essa aveva ben più accorgimento di Mignon: era una stoltezza l’aver voluto ricominciar la storia di Jonquier; questi pasticci non riescono mai due volte. Tanto peggio! La si piglierebbe Fauchery; già dal cominciare la cena se n’era scaldata la testa, e se Mignon non era contento, la sarebbe una lezione per lui.

— Non state già per battervi, eh? disse Vandeuvres a Lucia.

— No, non abbiate paura. Solamente, che ella se ne stia ben chiotta, o le spiatello quanto le va, e fuor dei denti.

E chiamando Fauchery con cenno imperioso:

— Ragazzo mio, ho le tue pantofole a casa mia, te le farò tenere domani dal tuo portinaio.

Egli tentò di celiare. Ella s’allontanò con far da regina.

Clarissa, che si era appoggiata al muro, per sorbire placidamente un bicchierino di Kirsch, si strinse nelle spalle.

Quante storie, figuratevi, per un uomo! come se la fosse una novità! Dal momento che due donne si trovavano insieme coi loro amanti, non era forse loro primo pensiero il farsela l’una all’altra? Era di regola ciò. E lei dunque? se avesse voluto risentirsi o non avrebbe dovato cavar gli occhi a Gaga m causa di Ettore? Chè! Baie! se ne rideva, lei.

Foi, come la Faloise le passava vicino, si accontentò di dirgli:

— Dà retta! a te piacciono stagionate, eh! non basta mature, gli è vizze che tu le vuoi!

La Faloise parve assai indispettito; rimaneva lì inquieto.

Vedendo che Clarisssa burlavasi di lui, ebbe un sospetto.

— — Non tante baje! disse. Tu m’’bai preso il fazzoletto dammelo!

— Ci ha egli abbastanza rotto le cuffia, col suo fazzoletto!

gridò lei. Perchè mo’ te l’avrei preso, cretino?. *

— 0h bella! mormorò lui con diffidenza, per mandarlo alla mia famiglia, per compromettermi!

Foucarmont intanto dava l’assalto ai liquori; continuava a sogghignare guardando Labordette che prendeva il caffè, in mezzo alle signore, lanciava brani di frase: «figlio d’un mercante di cavalli, altri lo dicevano il bastardo di una con-