Vai al contenuto

Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/205

Da Wikisource.

— 201 —

E, non potendo distorne gli occhi, la guardava fisso, pro curava di riempirsi del disgusto della sua nudità. Nana non

sì moveva più. Un braccio dietro la nuca, una mano presa nell’altra, arrovesciava indietro la testa, allargando i gomiti.

Ei vedeva in iscorcio le sue palpebre socchiuse, la bocca semiaperta, il suo viso innondato da un sorriso amoroso; e, di dietro, il volume dei biondi capelli sciolti che le copriva il dorso d’un vello da leonessa.

Così ripiegata, col fianco teso, ella mostrava le reni solide, il seno duro di una guerriera dai muscoli forti, sotto la granatura, morbida come raso, della pelle. Una linea fina, appena ondulata dalla spalla e dall’anca, scendeva da uno de’ suoi gomiti al piede. Muffat seguiva collo sguardo quel profilo così fiessuoso, quelle faghe di carni bionde soffuse di luce dorata, quelle rotondità in cui la fiamma delle candele metteva dei riflessi di seta. Pensava al suo antico orrore per la donna, al mostro della sacra scrittura, lubrico, dal puzzo di belva. Nana era tutta villosa: una lanugine falva faceva del suo corpo un velluto: mentre nella sua groppa e nelle sue coscie da cavalla, nelle rigonfiatare carnose solcate da pieghe profonde che davano al sesso il velo provocante della loro ombra, c’era qualche cosa della bestia.

Era la bestia dorata, inconscia come una forza, di cui l’odor solo ammorbava il mondo.

Maffat guardava sempre, invaso, sopraffatto, al punto che avendo chiuse le palpebre, per non più vedere, la belva ricomparve in fondo alle tenebre, ingigantita, terribile, esagerando il suo atteggiamento. Ormai, ella sarebbe là, davanti ai suoi occhi, nella sua carne, per sempre.

Ma Nana si raggomitolava sopra sè stessa. Un fremito di tenerezza sembrava esser passato nelle sue membra. Cogli occhi inumiditi, ella sì faceva piccina come per sentirsi maggiormente. Poi, sciolse le mani, le lasciò scivolare lungo il corpo fino alle poppe, ch’ella compresse con una stretta nervosa. E, rimpettita, fondendosi in una carezza di tutto il suo corpo, ella si stropicciò le guancie a destra e a sinistra contro le spalle, vezzeggiandosi. La sua bocca da ghiotta, soffiava su di lei il desiderio. Essa allungò le labbra, si baciò a lungo