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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/248

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vide sulla tavola la lettera che aveva scritto per Giorgio. AIlora, la ripiegò con cura, e voltosi verso il letto, disse in tono minaccioso:

_ Questa lettera va benissimo, la imposterò i 10 stesso, perchè i capricci non mi vanno... Ed ora smetti dal piàgnucolare, mi dai noia.

Nana, che singhiozzava sommessa, trattenne il respiro.

Quando fu coricato, soffocata, scoppiò in pianto, e gli si buttò al collo. Le loro battaglie finivano sempre così; essa tremava.

di perderlo, aveva un bisogno codardo di saperlo suo, malgrado tutto. Per due volte, la respinse con gesto superbo. Ma il tiepido abbraccio di questa donna che lo supplicava, coi suoi grand’occhi molli di pianto, da bestia fedele, lo infiamimò © d’un desiderio.

E si fece buon principe, senza però abbaSsalti a riessun tratto cunciliante, si lasciò accarezzare e “prendere di forza, da uomo il cui perdono vale la pena d’essere coriquistato.

Poi fu colto da un’inquietudine; temette che Nana recitasse una commedia per riavere la chiave della cassa. Il lume era spento, quand’ei provò il bisogno di ben stabilire la propria volontà e decisione.

— Sai? gli è sul serio, figliola mia, che ho parlato; serbo i quattrini.

Nana, che si addormentava sulla sua spalla, trovò una pa rola sublime i

— Sì, sì, non aver paura.. lavorerò.

Ma da quella sera, la vita fra quei due divenne sempre più difficile. Da un capo all’altro della settimana, vi era un Tumore di busse, un vero dic e tac d’orologio, che pareva regolasse la loro esistenza. —

Nana, a furia di essere percossa, prendeva una morbidezza da finissimo lino: e ciò la rendeva delicata di pelle, _ roséa e bianca di carnagione, così soave al tatto, così splendida al I’ occhio, che la si era fatta più bella. Epperò, Prulliore smaniava, le si struggeva dietro, venendo quando Fontan era asdente, spingendola nei cantucci per abbracciarla. Ma lei si dibatteva, sdegnata in sul subito, arrossendo di vergogna; trovava ributtante ch’ei volesse ingannare un amico.