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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/349

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li sembrava ancor più agitato di prima, e’d’un tratto lst dò a Labordette che trovarona davanti alla sala della pasa.

— Me la LIGORCHEIS disse; Io ho da fare... A_ rivederci tra paco.

Ed entrò nella sala: una stanza stretta, bassa, con uno studio a vetri, chiuso da balaustrata di GARCIA ed una gran bilancia.

Nana v’ebbe un n’altra disillagione: s’era immaginata di trovar una cosa immensa, una magchina monumentale, per pesaro è cavalli,

— Come, disse, non peneno che i jockey Non è il caso, allora, di dar tanta importanza a quella storia.

Snlla bilancia, un /aokey, dalla faecia di cretino, coi finimenti in grembo, aspettava che un omone in pastrano avesse verificato il suo peso, mantze uno stalliere teneva davanti alla porta il cavallo, Valerio II, che la folla esaminava attentamenta con UR SuUSTITO.

Si stava par chiudere Varena,

Labordetta faceva premura a Nana, quando tornò în dietro per additarle un amuncalo, il quale Da in disparte; con Vandeuvres.

— Guarda, ecco Price, disse.

— Ah! sì, quegli che mi monta! OR ella ridendo.

E lo trovò brutto brutto.

Tutti i jockey avgvano facce da eretini, forse, diceva Nana, perchè li impedivano di crescere,

Price, qn uemo di quarant,anni, sembrava un vecchio ragazza dieseccato, con la faccia lunga, scame, solcata di rughe, una faccia rigida e morta. H corpo era così nodosa, così raggriuzato, che la, giacca azzurra a maniche bianche della scuderia Vandeuvres, sembrava coprisseun fantoccio di legna.

—- Te lo dico schietto, fe’ Nana al compagne aontinuando la burla, colui non mi renderebbe falice,

Una, gran calca riempiva ameora l’arena, di qui V acta ha-. gnata e calpestata era diventata nera Davanti alle duo tavele indinatrigi poste sa sitio C0*

lonpe di ferro fuso, la folla, faceva ressa; dei crocchi interi alzanano la testa, accogliendo con gran susurrìo ogni numero