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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/389

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Rivedeva il magazzeno degli accessorii nella sua luce scialba,, con le sue schifose ciarpe, coperte di polvere; rivedeva il conte, con l’ovarolo in mano, abusare dei suoi’ sospetti da marito.

Oggi Maffat non sospettava più, era un ultimo angolo del suo onore che crollava.

Allora Fauchery, sollevato, vedendo la sfavillante allegria della contessa che sorrideva fra una nube di candide trine, fu preso da un’immensa voglia di ridere. La cosa gli parve burlesca.

— Ah, questa volta è proprio lei! riprese La Faloise che non rinunziava ad una celia quando gli pareva buona. Non la vedete? È Nana laggiù, che entra!

— Ma finiscila, cretino! mormorò Filippo.

— Perdinci! suonano il suo valzer ed essa arriva. È lei, d’altronde, che ha consigliato la riconciliazione. Come! non vedete come li stringe tutti e tre sul cuore, mio cugino, mia cugina ed il marito di lei, chiamandoli i suoi miccini! In quanto a me, quelle scene di famiglia mi commuovono.

Estella si era avvicinata.

Fauchery la felicitò, mentre essa, stecchita nella veste rosa, lo adocchiava con quel suo far maravigliato da ragazzetta silenziosa, gettando nel mentre uno sguardo al padre ed alla madre.

Anche Daghuenet scambiò un’affettuosa stretta di mano col giornalista.

Formavano un gruppo sorridente, cd il signor Venot, scivolando dietro di loro, li fissava con sguardo mansueto pieno di gesuitica dolcezza, quasi fosse stato felice di quelle ultime colpe che spianavano la via della Provvidenza.

Nelle note cadenzate del valzer vibrava tuttora un eco di ridente voluttà. L’ebbrezza si diffondeva più arden®&, rifluiva come l’onda del riflusso tra le mura del vecchio palazzo.

Hcheggiavano più striduli i trilli dei flauti, più profondi i sospiri appassionati dei violini; dalle lamiere pioveva uno splendore fiammeggiante, una polvere di sole che indorav: gli addobbi di velluto di Genova, gli ori ed i dipinti; mentre la folla degli invitati, moltiplicata dagli immensi specchi, pa ZoLa — Nana. 25