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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/437

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Quindici giorni più tardi, fu un gran stupore; qualcuno giurava di averla incontrata in Russia. Una leggenda prendeva corpo, la erala mantenuta di un principe, si parlava de’ suoi diamanti. Tutte le donne in breve li conobbero, dietro le descrizioni che correvano, senza che alcuno potesse citare una sorgente esatta; erano anelli, orecchini, monili, un vezzo largo due dita, un diadema da regina sormontato da un brillante centrale, grosso come il pollice.

Nel remoto di quelle lontane regioni, ella assumsva il misterioso splendore di un idolo carico di gemme. Oggidì, si parlava di lei con serietà, col rispetto pensoso di quella fortuna fatta fra i barbari.

Una sera di luglio, verso le otto, Lucia che passava in carrozza per via Faubourg-Saint-Honorè, scorgendo Carolina Héquet, uscita a piedi per una commissione ad un mercante del vicinato, la chiamò, e di subito:

— Hai pranzato, sei libera?... Oh! allora, mia cara, vieni con me... Nana è tornata.

L’altra, salì all’istante. Lucia continuava:

— E, sai, cara mia, la è forse morta, mentre noi si ciarla?

— Morta! che idea! gridò Carolina stupita. E dove maj? e di che?

— Al Grand-Hétel.. del vaiuolo.. una storia!

Lucia aveva detto al cocchiere d’andar di buon trotto, e alla corsa rapida dei cavalli, lungo la via Royale e i douZe vards, raccontò l’avventura di Nana, con parole tronche,.

senza prender fiato.

— Non puoi immaginarti... Nana arriva dalla Russia, non so più il perchè, un alterco col suo principe... Lascia i suoi bagagli alla stazione, e smonta da sua zia, ti ricordi, quella vecchia... Benone! trova il suo bambino col vaiuolo; il piccino muore l’indomani, e lei si accapiglia colla zia, a proposito del denaro che avrebbe dovuto mandare, e di cui l’altra non ha mai veduto un soldo... Pare che il fanciullo sia morto per questo; una creatura abbandonata, trascurata, in fine... Bene! Nana pianta lì la zia, e se ne va all’albergo, poi incontra Mignon, appunto mentre si occupava de’ suoi bagagli... Le piglia un non so che, le vengono i brividi, delle nausee,

Zora — Nana 28