Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1063

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[p. 377 modifica] coll’azione, vediamolo anche da questo. Considerando un poco, troveremo che l’abito di franchezza, disinvoltura ec. che tanto si raccomanda nella società, che è indispensabile pel maneggio degli affari d’ogni genere e che costituisce una gran parte dell’abilità degli individui a questo maneggio, non è altro che l’abito di non riflettere. Abito che il giovane alterato dall’educazione non riesce a ricuperare se non a poco a poco, e spesso mai, specialmente s’egli ha grande ingegno e di genere profondo e riflessivo (come quello di Goethe, il cui primo abordo dice Mad. di Staël ch’è sempre un peu roide, finch’egli non si mette à son aise).


*    Il fanciullo è sempre franco e disinvolto, e perciò pronto ed attissimo all’azione, quanto portano le forze naturali dell’età. Le quali egli adopera in tutta la loro estensione. Se però non è alterato dall’educazione, il che può succedere piú presto o piú tardi. E tutti notano che la timidità, la diffidenza di se stesso, la vergogna, la difficoltà insomma di operare, è segno di riflessione in un fanciullo. Ecco il bello effetto della riflessione: impedir l’azione, la confidenza, l’uso di se stesso e delle sue forze; tanta parte di vita. Il giovanetto alterato