Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1187

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[p. 470 modifica] questo? Se l’idea del bello e del brutto determinato fosse assoluta e naturale ed innata, avrebbe mestieri il fanciullo di crescere e di esercitare i suoi sensi e di esperienza per acquistare un’idea, non dico perfetta, ma sufficiente, della bellezza o bruttezza determinata? Il vedere che [p. 471 modifica]ne ha bisogno non dimostra evidentemente che il giudizio e il senso della bruttezza o bellezza deriva unicamente dall’assuefazione e dal confronto, e che nessun oggetto al mondo sarebbe né bello né brutto, né buono né cattivo, se non ci fosse con che confrontarlo, massime nella sua specie? E ciò viene a dire che nessuna cosa è bella né buona assolutamente e per se stessa; e quindi non esiste un bello né un buono assoluto.

Il perfezionamento del gusto in ogni materia, sia nelle arti, sia riguardo alla bellezza umana, sia in letteratura ec. ec., si considera come una prova del bello assoluto ed è tutto l’opposto. Come si raffina il gusto de’ pittori, degli scultori, de’ musici, degli architetti, de’ galanti, de’ poeti, degli scrittori? Col molto vedere o sentire di quei tali oggetti sui quali il detto gusto si deve esercitare, coll’esperienza, col confronto, coll’assuefazione. Come dunque questo gusto può dipendere da un tipo assoluto, universale, immutabile, necessario, naturale, preesistente? Quello ch’io