Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1219

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[p. 10 modifica] corrispondenti già usitate in Europa. La filosofia, con tutti quanti i diversissimi suoi rami, è scienza. Tutte le scienze giunte ad un certo grado di formazione e di stabilità hanno sempre avuto i loro termini, ossia la loro propria nomenclatura, e cosí propria, che, volendola cambiare, si sarebbe cambiato faccia a quella tale scienza: com’é avvenuto che la rinnovazione della chimica ha portato la rinnovazione della sua nomenclatura e di tutta quella parte di nomenclatura fisica o d’altre scienze, che apparteneva o era influita dalle cognizioni chimiche vecchie o nuove. E la nomenclatura di qualunque scienza è stata sempre cosí legata con lei, che dovunque ell’è entrata v’è anche entrata quella stessa nomenclatura, [p. 11 modifica]comunque e dovunque formata, e comunque pur fosse inesatta nell’etimologie ec., purché fosse esatta nell’intendimento e nel senso che le si attribuiva. La chimica ha nuova nomenclatura, perch’é scienza nuova e diversa dall’antica. E cosí accade alle altre scienze quando si rinnuovano o in tutto o in parte. Perdono l’antica nomenclatura e ne acquistano altra, che diviene però universale come la prima. E quando fra diverse e lontane nazioni poco note o strette fra loro trovate differenza di nomenclatura in una medesima scienza, certo è che quella scienza è diversa notabilmente nelle rispettive nazioni e lingue. Vedi p. 1229. Quindi i termini di tutte le scienze, esatte o no, ma alquanto stabilite, sono stati sempre universali; né sarebbe mai possibile, nel trattarle, l’adoperare altri termini da quelli universalmente conosciuti, intesi e adoperati, senza nuocere sommamente alla chiarezza e toglier via la precisione. La qual precisione non deriva propriamente e principalmente da altro se non dalla convenzione che applica a quella parola quel preciso significato, bene spesso metaforico, ma passato in proprissimo. Mutando la parola, è tolta via la forza della convenzione, e quindi, benché la nuova parola equivalga, quanto alla sua origine, alla sua proprietà intrinseca ec., non equivale quanto all’effetto, perché il