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Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1410

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[p. 143 modifica] cattivo per gli altri; e produce in ciascuno di essi quell’effetto che produrrà in un altro popolo un gusto, almeno in molte parti, contrario, il quale viceversa parrebbe e pare cattivo a quell’altro [p. 144 modifica]popolo, tempo ec. Chi ha ragione? Quale di questi gusti, anzi di queste nature, merita la preferenza? In ogni caso potrà piuttosto darsi la preferenza a questa o quella natura, che a questo o quel gusto, il quale, da che è naturale, non solo è buono, ma se fosse conforme a un’altra natura sarebbe cattivo e non durevole presso quel popolo; come non ha durato nella poesia ec. inglese il gusto francese. E il Catone di Addison si stima e non piace in Inghilterra; e quello che per lungo tempo non piace, e forse non ha mai piaciuto, ad un’intera nazione, non è bello, relativamente a lei; ed in quanto è fatto per lei, è dunque brutto, benché piaccia ad altre nazioni.

Come dunque altrove abbiamo distinto il bello da ciò che reca diletto alla vista, cosí bisogna formalmente distinguere il bello dal naturale.