[p. 208 modifica] dopo che la letteratura romana fu definitivamente modellata sulla greca, come la russa, la svedese, la inglese del secolo d’Anna sulla francese; dopo tutto ciò la lingua romana doveva necessariamente, quando anche non si sapesse di fatto, imbarbarire a forza di grecismo, sí quanto ai particolari, sí quanto all’indole. E bisogna attentamente osservare che il grecismo di que’ tempi non era già quello d’Erodoto o di Senofonte, e perciò la lingua e stile romano non fu mai semplice né inartifiziato, ma quello di Luciano, di Polibio ec., cioè contorto, lavorato, elegante artifiziosamente e similissimo all’andamento del latino (Vedi p. 1494-'6'). Il quale andamento molto si sbaglierebbe chi lo credesse passato dal latino nel greco. Fu tutto l’opposto e derivò dall’influenza del greco di allora, il quale né allora né mai fu soggetto all’influenza del latino. E se la lingua e lo stile latino classico fu sommamente piú artifiziato per indole che il greco classico, ciò si deve attribuire all’indole della grecità contemporanea al classico latino (18 agosto 1821).