Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1633

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[p. 277 modifica] esercitato in qualsivoglia disciplina ed attitudine o di mente o di mano ec. non la possieda o meglio, o almeno altrettanto quanto il piú grande ingegno ec. che incominci o da poco tempo abbia cominciato ad esercitarvisi. Ecco la differenza degl’ingegni. Ad altri bisogna piú esercizio, ad altri meno, ma tutti alla fine son capaci delle stesse cose, e il piú sciocco ingegno con ostinata fatica può divenire uno de’ primi matematici ec. del mondo (5 settembre 1821).


*   Una perfetta immagine degl’ingegni possono essere le complessioni. Chi nasce piú robusto e meglio disposto, chi meno. L’esercizio del corpo agguaglia il [p. 278 modifica]meno robusto al piú robusto inesercitato: In parità d’esercizio, chi è nato debole non potrà mai agguagliarsi a chi è nato robusto. Ma se a costui manca affatto l’esercizio, egli, ancorché nato il piú robusto degli uomini, sarà, non solo uguale, ma inferiore al piú debole degli uomini che abbia fatto notabile esercizio. (esempio dei Galli rispetto ai Romani. Vedi il Dionigi del Mai, lib. XIV, c. 17-19 ed altri).