<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1676&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127131914</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1676&oldid=-20141127131914
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1676 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 303modifica] ciò che seppe innanzi di unirsi al corpo. Benissimo però può applicarsi al nostro sistema e di Locke. Perché infatti l’uomo (e l’animale), niente sapendo per natura ec., tanto sa quanto si ricorda, cioè quanto ha imparato mediante le esperienze de’ sensi. Si può dire che la memoria sia l’unica fonte del sapere, ch’ella sia legata, e quasi costituisca tutte le nostre cognizioni ed abilità materiali o mentali, e che senza memoria l’uomo non saprebbe nulla e non saprebbe far nulla. E siccome ho detto che la memoria non è altro che assuefazione, nasce (benché prestissimo) da lei ed è contenuta in lei, cosí vicendevolmente può dirsi ch’ella [p. 304modifica]contiene tutte le assuefazioni ed è il fondamento di tutte, vale a dire d’ogni nostra scienza e attitudine. Anche le materiali sono legate in gran parte colla memoria. Insomma, siccome la memoria è essenzialmente assuefazione dell’intelletto, cosí può dirsi che tutte le assuefazioni dell’animale sieno quasi memorie proprie de’ respettivi organi che si assuefanno (11 settembre 1821). Vedi p. 1697. principio.