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Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2554

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[p. 304 modifica] o minori, ma certo gravi e non pochi di quei patimenti accidentali che si chiamano mali, dolori, sventure, o che provengono dai vari desiderii dell’uomo ec. E quando anche questi non dovessero comporre in tutto se non la menoma parte della sua vita, com’è certo che ne comporranno la massima, essendo egli d’altra parte certissimo di passar tutta la vita senza un piacere, la quistione ritorna a’ suoi primi termini, cioè se, essendo meglio il non patire che il patire, e non potendosi vivere senza patire, sia meglio il vivere o il non vivere. Un solo, anche menomo dolore riconosciuto per inevitabile nella vita, non avendo per controbilancio neppure un solo e menomo piacere, basta a far che l’essere noccia all’esistente e che il non essere sia preferibile all’essere.


     Tutto questo essendo applicabile ad