Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2813

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[p. 8 modifica] voce antica latina, conservata nel volgare; dal che si dedurrebbe, primo, che l’antico latino, e di poi il suo volgare perpetuamente conservò puro il verbo originale βαὑω (giacché l’υ greco in latino antico ora risponde a un u, ora ad un i), quantunque non si trovi nel latino scritto; verbo inusitato affatto nell’antica e moderna grecità nota; secondo, che questo antichissimo verbo, perduto, o vogliamo dire alterato nel greco, perduto, ossia alterato nel latino scritto, conservasi ancora purissimo e senz’alterazione alcuna nell’italiano, e vedi la p. 2704. Si potrebbe anche credere che i primi latini e il volgo, invece di baubari dicessero bauari (appunto βαΰειν), e che la mutazione dell’u in i (vocali che spessissimo si scambiano, per esser le piú esili, come ho detto altrove) seguisse nell’italiano e nel francese ec. Ovvero che gli antichi dicessero bauari e poi il volgo baiari (24 giugno 1823).


*    I continuativi latini tutti (se non forse visere da visus di video co’ suoi composti inviso reviso ec., e forse qualche altro, che io chiamerò continuativi anomali) [p. 9 modifica]anoanomali) appartenenti alla prima congiugazione, sono fatti dal participio o dal supino del verbo originale, come ho dimostrato. Nondimeno io trovo alcuni pochi verbi, pur della prima maniera, i quali sono evidentemente fratelli o figli di altri verbi della terza, ed hanno una significazione evidentemente continuativa della significazione di questi, ma non sono fatti da’ loro participii. Quelli che io ho osservati sono, 1o, cubare, co’ suoi composti accubare, incubare, decubare, secubare, recubare ec., il significato de’ quali è manifestissimamente