Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3242

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[p. 267 modifica] metafisico che niun altro mezzo, niun altro istrumento, niun’altra forza o agente impiega nelle sue speculazioni, ne’ suoi esami e indagini, nelle sue operazioni e, come dire, esperimenti, se non la pura e fredda ragione. Nulla di poetico poterono né potranno mai scoprire la pura e semplice ragione e la matematica. Perocché tutto ciò ch’é poetico si sente piuttosto che si conosca e s’intenda, o, vogliamo anzi dire, sentendolo si conosce e s’intende, né altrimenti può esser conosciuto, scoperto ed inteso, che col sentirlo. Ma la pura ragione e la matematica non hanno [p. 268 modifica]sensorio alcuno. Spetta all’immaginazione e alla sensibilità lo scoprire e l’intendere tutte le sopraddette cose; ed elle il possono, perocché noi, ne’ quali risiedono esse facoltà, siamo pur parte di questa natura e di questa università ch’esaminiamo: e queste facoltà nostre sono esse sole in armonia col poetico ch’é nella natura; la ragione non lo è: onde quelle sono molte piú atte e potenti a indovinar la natura che non è la ragione a scoprirla. E siccome alla sola immaginazione ed al cuore spetta il sentire e quindi conoscere ciò ch’é poetico, però ad essi soli è possibile ed appartiene l’entrare e il penetrare addentro ne’ grandi misteri della vita, dei destini, delle intenzioni sí generali, sí anche particolari, della