Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3328

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[p. 320 modifica] stile: volendo perfettamente scrivere in italiano, ed essendo, per ogni altro riguardo, capacissimo di perfettamente scrivere, si trova mancare affatto della lingua in cui possa farlo, non solo perfettamente, ma pur mediocrissimamente. A questo tale è duopo apprestarsi prima di tutto una lingua colle sue mani. Ma questa in qual modo? Manco difficile sarebbe il crearsela. Se l’Italia non avesse che una lingua imperfettissima, ristrettissima e bambina, manco difficile sarebbe a un grande ingegno il perfezionarla, l’arricchirla, il dilatarla, il condurla a maturità. Ma l’Italia ha una lingua altrettanto perfetta quanto immensa; bensí da lungo tempo dismessa, e però impropria a’ di lui bisogni, a’ quali ella non fu ancor mai per alcuno [p. 321 modifica]

adattata né adoperata. Conviene adunque indispensabilmente che l’ingegno da noi supposto, innanzi di porsi a scrivere, perfettamente impari questa lingua infinita, che tutta l’abbracci, che la si converta in succo e sangue, che se ne renda risolutissimo e pienissimo possessore e padrone, che n’abbia per le dita e il tutto e fino alle menome parti franchissima e speditissimamente.