Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3417

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[p. 375 modifica] che non prima del passato secolo e del presente si è formato pienamente e perfezionato il linguaggio (e quindi anche lo stile) poetico italiano (dico il linguaggio e lo stile poetico, non già la poesia); s’é accostato al virgiliano, vero, perfetto e sovrano modello dello stile propriamente e totalmente e distintissimamente poetico; ha perduto ogni aria di familiare; e si è con ben certi limiti, e ben certo, né scarso, intervallo, distinto dal prosaico. O vogliamo dir che il linguaggio prosaico si è diviso esso medesimo dal poetico. Il che propriamente non sarebbe vero; ma e’ s’é diviso dall’antico; e cosí sempre accade che il linguaggio prosaico insieme coll’ordinario uso della lingua parlata, al quale ei non può fare a meno di somigliarsi, si vada di mano in mano cambiando e allontanando dall’antichità. I poeti (fuorché in Francia)1 serbano l’antico piú che possono, perch’ei serve loro all’eleganza, dignità ec., anzi hanno bisogno dell’antichità della lingua. E cosí, contro quello

Note

  1. Vedi p. 3428.