Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/343

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[p. 403 modifica] di pura convenzione, cagionata dall’utilità e necessità sua, utilità e necessità riconosciuta dalla ragione e per via d’argomento, non istillata e ingenita negli animi dalla natura senza bisogno di riflessione. E cosí il diritto delle genti, che si crede naturale, vediamo per questo esempio che contiene una legge di pura convenzione, la quale, prima ch’esistesse, non era colpa il contravvenirle, come si sarà mille volte fatto. In questo proposito ecco alcune parole dell’Essai sur l’indifférence en matiére de religion, alquanto dopo la metà del capo 4. Diciamolo pure, giacché non v’ha verità piú sconosciuta e piú importante: la religione dei popoli è tutta la loro morale. Questo, per notarlo di passaggio, dopo aver nei capi precedenti voluto provar la religione colla morale, come fondamento di essa morale, e deriso Hobbes che toglie la coscienza e dice che in natura non ci sono doveri. E qui viene a dire che la [p. 404 modifica]morale non si può provare se non colla religione. In ogni modo puoi veder gli esempi ch’egli adduce prima e dopo il detto luogo, per dimostrare la varietà delle coscienze, secondo la varietà delle religioni. (21 novembre 1820). Vedi p. 356, fine.


*   La lingua italiana non si è mai tolto il potere di adoperar quelle parole, frasi, modi, che sebbene antichi e non usati, sieno però intesi da tutti senza difficoltà e possano