Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3437

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[p. 386 modifica] effetto dovesse seguitare a quell’opera, esso aveva ad essere eterno, s’aveva a stendere in [p. 387 modifica]tutto l’avvenire, non aveva a cessar mai. Le grandi illusioni onde gli antichi erano animati non permettevano loro di contentarsi di un effetto piccolo e passeggero, di procurare un effetto che avesse a durar poco, instabile, breve; di soddisfarsi d’una idea ristretta a poco piú che a quello ch’essi vedevano. L’immaginazione spinge sempre verso quello che non cade sotto i sensi. Quindi verso il futuro e la posterità, perocché il presente è limitato e non può contentarla, è misero ed arido, ed ella si pasce di speranza, e vive promettendo sempre a se stessa. Ma il futuro per una immaginazione gagliardissima non debbe aver limiti; altrimenti non la soddisfa. Dunque ella guarda e tira verso l’eternità.

Fu proprio carattere delle antiche opere manuali la durevolezza e la solidità, delle moderne la caducità e brevità. Ed è ben naturale in un’età egoista. Ell’é egoista perché disingannata. Ora il disinganno,