Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3549

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[p. 20 modifica] immagini e affetti, di elevar l’animo, di riscaldarlo, di correggere i costumi, d’infiammare alla virtú, alla gloria, all’amor della patria, di lodare, di riprendere, [p. 21 modifica]di accender l’emulazione, di esaltare i pregi della propria nazione, de’ propri avi, degli eroi domestici ec. Tutti questi o parte di questi hanno da essere i veri e proprii fini del poeta epico, non il narrare; ma il poeta epico dee però fare in modo che apparisca il suo vero e proprio, o certo principal fine, non esser altro che il narrare. Appena merita il nome di poesia un poema il quale in verità non faccia altro che raccontare, cioè non produca altro effetto che di stuzzicare e pascere la semplice curiosità del lettore, ossia coll’intreccio bene intrigato e avviluppato, ossia con qualunque mezzo. Queste sono piuttosto novelle che poesie, per quanto l’azione raccontata potesse esser nobile, sublime, interessante ec. (di questa specie sono l’Orlando innamorato, il Ricciardetto e simili). E possono ben essere di questa natura anche i poemi tessuti o sparsi d’invenzioni capricciose e di favole ec., come i veri poemi. Anche favoleggiando